Say goodbye London

Era il mio ultimo giorno in questo schifo di città, poi sarei partito per non so dove gettandomi alle spalle tutta la merda che avevo incontrato in questo posto , e pensare che ci sono ragazzine che darebbero un braccio per poterci vivere. Camminavo tranquillo per i vicoli che ormai conoscevo come le mia tasche ,canticchiando una vecchia canzone rock e fumando come un ossesso. Naturalmente stava piovendo : se siete a Londra in un giorno in cui non piove o non c'è tempo schifoso , allora avete culo. Non avevo nemmeno l'ombra di un ombrello ma poco importava , l'acqua freddo che colava nel giubbotto vecchio e malridotto mi aiutava a tenere a freno i bollenti spiriti.

Stavo giusto meditando se andare a salutare per un'ultima volta i vecchi compari quando qualcosa mi cadde addosso , mandandomi a sbattere contro la serranda calata di un piccolo alimentari . Quando fui di nuovo in grado di reggermi in piedi mi guardai intorno in cerca della testa di cazzo a cui cambiare i connotati e con mia grande sorpresa era una ragazza , e anche una bella ragazza. Ora anche se sono uno stronzo non ho mai alzato le mani su una donna e penso di non farlo mai in vita mia . Perciò mi limitai a sbuffare
Potresti fare attenzione a dove metti i piedi ragazzina? Mi devi una sigaretta. dissi acido indicando quella che mi era caduta a terra e che ormai nuotava nell'oceano pozzanghera

Ma sei strafatta o soltanto imbranata? le risposi sbuffando infastidito non tanto per la botta alla schiena quando per la sigaretta spedita a prendere lezioni di nuoto. Afferrai la ragazzina per le spalle magre , senza troppa gentilezza e la trascinai al riparo dall'acqua gelida , sotto un balcone che qualcuno aveva inutilmente cercato di abbellire con dei fiori.
Niente male come ultimo giorno a Londra.

Fantastico. Ti conviene star ferma qui sotto finchè non smette. risposi abbastanza seccato. Non capivo mai perchè la gente dovesse sforzarsi di fare conversazione quando in realtà non c'era niente da dire , e poi dio che banalità..parlare del tempo!
Mi appoggiai al muro del vicolo e riusci anche a trovare l'ultima sigaretta dimenticata nel giubbotto da chissà quanto e l'accesi aspirando una lunga boccata del mio veleno preferito. Nel farlo non potei evitare di guardarla : capelli rosso acceso che facevano a pugni con il grigiore della città , vestita di nero , gridava sono una punk da ogni centrimetro del suo corpo.

Ma prego eh... commentai con un ghigno non appena mi ebbe sfilato la sigaretta dalle labbra. Gliela rubai a mia volta rimettendola al suo posto e appoggiando un piede al muro sudico e scrostato : decisamente non eravamo nei quartieri alti . Visto che con ogni probabilità era il mio ultimo giorno in città e qualcuno aveva deciso che dovevo passarlo con una sconosciuta imbranata tanto valeva sforzarsi di fare il carino. Mi tolsi il vecchio giubbotto e glielo gettai addosso senza troppi complimenti , rimanendo in canottiera con le braccia tatuate nude esposte al gelo di quella giornata di merda. Poco male se potevo rimediarci qualche favore dalla fighetta di turno.

Eric. risposi distrattamente e senza guardarla. D'un tratto pensieri malinconici si erano affacciati all'anticamera del mio cervello senza neppure usarmi la cortesia di bussare : che cazzo avevo combinato di buono nella mia vita? Niente, un bel niente. Ero un avanzo di galera , un tossico e uno spacciatore.
Non me ne era mai fregato un cazzo eppure ora , incastrato in un fetido vicolo sotto la pioggia e a meno di cinque ore dal mio addio a Londra mi soffermai a pensare a queste cose. Decisamente era troppo che non mi facevo , conclusi frugandomi nelle tasche alla ricerca di un fazzoletto. Lo lasciai cadere sulla spalla di Erin fissando le macchine che sfrecciavano sull'asfalto bagnato.
Mi becchi in un giorno in cui mi sento piuttosto gentile.
Hai culo ragazzina.

Lasciai che le sue parole mi scivolassero addosso , giungevano come un'eco lontana emessa da una radio mal sintonizzata. Non mi interessava assolutamente un cazzo ne dell'amico ne della maglietta , ma per somma sfiga rischiava di prendersi una bronchite stesa la per terra nel bagnato e ci mancava giusto doverla accompagnare al pronto soccorso. La tirai su di peso coprendola con la giacca
Muoviti leviamoci da questa merda altrimenti rischi di finirci tu in ospedale. dissi sgarbato trascinandola sotto l'acqua verso un bar

Di sicuro non potevo dire che non fosse divertente , appena entrati nel locale si mise a fottere le consumazioni degli altri clienti ridendo allegra.
Le dedicai un sorriso veloce e mi dedicai poi al mio caffè nero senza zucchero pensando a quanto era comica la situazione : al bar con una sconosciuta raccattata sotto la pioggia , ma tanto che avevo da perdere? Niente. Mio malfrado dovetti rivolgerle la parola , anche se stavo bene chiuso nel mio silenzio a lungo andare rischiava di rompere le palle.
Offro io.